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Immagine Pitane

Un terzo del personale è temporaneamente disoccupato e le ordinazioni sono troppo poche.

Il costruttore di autobus Van Hool di Koningshooikt vicino a Lier si trova nell'occhio del ciclone, alle prese con difficoltà finanziarie e un panorama in evoluzione nel settore degli autobus. I recenti sviluppi riguardanti questa azienda hanno portato ad accesi dibattiti a livello politico e sollevano interrogativi sul futuro dell'industria manifatturiera nelle Fiandre. È una storia che illustra la complessità di bilanciare la globalizzazione e sostenere le industrie locali.

Van Hool, nome sinonimo di qualità e innovazione nel settore della costruzione di autobus, si trova ad affrontare una sfida importante. L’azienda, con 2.500 dipendenti in Belgio e più di 1.000 in una filiale in Macedonia, sta lottando con il calo degli ordini e uno spostamento della domanda del mercato verso gli autobus elettrici. Uno sviluppo che è diventato dolorosamente chiaro quando la compagnia di trasporti fiamminga De Lijn ha optato per 92 autobus elettrici della cinese BYD, a scapito dei costruttori di autobus locali Van Hool e VDL.

"I problemi di Van Hool non possono essere visti separatamente dalla politica del governo fiammingo", afferma Verheyden. “Sebbene Van Hool sia un attore globale nel settore degli autobus nelle Fiandre, il governo fiammingo opta per autobus cinesi a basso costo. Ciò è in parte ispirato dalla frenesia dell’elettrificazione verde che costa un sacco di soldi”.

Questa situazione non ha solo un impatto su Van Hool, ma getta anche una luce più ampia sulle sfide che l’industria manifatturiera fiamminga deve affrontare. Fattori come rigide normative ambientali, prezzi elevati dell’energia e politiche di sostegno mirate alle industrie da parte di paesi come gli Stati Uniti e la Cina influenzano la posizione competitiva internazionale delle aziende locali

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La decisione di De Lijn è vista da molti come sintomatica di un problema politico più ampio. Il deputato fiammingo Wim Verheyden sottolinea che la scelta degli autobus cinesi e le sfide di Van Hool non possono essere viste separatamente dalla politica del governo fiammingo. “Dobbiamo coltivare la nostra stessa industria”, afferma, chiedendo una revisione delle politiche di approvvigionamento per sostenere le imprese locali.

(Il testo continua sotto la foto)

Secondo De Tijd, il responsabile della crisi Marc Zwaaneveld annuncerà una grande ristrutturazione in occasione di un comitato aziendale speciale a metà marzo.

In risposta alla crisi di Van Hool, per l'11 marzo è previsto un comitato aziendale speciale in cui verrà presentato un piano di risanamento dell'azienda. Ciò fa seguito alla recente nomina di un responsabile della crisi, una mossa che sottolinea la gravità della situazione. Le questioni che circondano Van Hool sono anche indicative delle sfide più ampie della transizione verso la mobilità verde. Con l’aumento della domanda di autobus elettrici, Van Hool fatica a trovare il suo posto in questo nuovo panorama, in parte perché la società sembra aver perso il treno dell’elettrificazione.

La situazione di Van Hool solleva importanti domande sul futuro dell’industria manifatturiera fiamminga e sul ruolo del governo nel sostenere le aziende locali nel contesto della globalizzazione e della transizione ecologica. Illustra la necessità di una visione strategica che garantisca sia la fattibilità economica che la sostenibilità ambientale. A gennaio l’olandese Qbuzz ha ordinato a Van Hool 112 autobus elettrici.

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