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Le cose non vanno bene nei Paesi Bassi perché il paese arancione si tinge di rosso con i suoi vicini meridionali. Una curva in salita con circa 8.000 contagi in una settimana su 192.000 test e una popolazione che ignora in massa le misure. I belgi che attualmente si trovano ancora nei Paesi Bassi hanno tempo fino a venerdì alle 16 per tornare. Chi ritorna dopo non può sottrarsi alla quarantena e al test inesorabilmente obbligatori. 

Che ora va in entrambe le province olandesi dell'Olanda settentrionale e meridionale vuole partire, ne vale la pena dato il divieto formale di viaggio a partire da venerdì pomeriggio in Belgio, proprio come i residenti e i visitatori di Anversa e Bruxelles sono stati messi in quarantena nei Paesi Bassi per così tanto tempo.

“Vogliamo colpire forte il virus, ma il meno possibile l’economia e la società”, ha detto oggi il ministro della Sanità Hugo De Jonge.

Venerdì sera il primo ministro Mark Rutte terrà una conferenza stampa nella quale annuncerà misure più severe. Si tratterà di misure regionali focalizzate sulle principali città dell’occidente. 

Amsterdam e Rotterdam

Ai media belgi dà fastidio il fatto che la parola "società di un metro e mezzo" sia diventata di uso comune nei Paesi Bassi e che la parola "bolla" sia completamente sconosciuta lì. Si consiglia alle persone sane di evitare luoghi affollati, ai malati di restare a casa. Le mascherine non sono obbligatorie e poche settimane fa Amsterdam e Rotterdam hanno annullato l’obbligo della maschera.

Ragione sufficiente per i belgi per bloccare diverse province olandesi. Secondo De Jonge la fonte dei contagi è soprattutto tra i giovani e gli studenti. Ha menzionato in particolare gli alloggi degli studenti e anche il settore della ristorazione è leggermente più alto in termini di numero di contagi.

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